Il germoglio dell’attesa

Ogni attimo della nostra giornata è scandito e programmato in base al tempo.
La vita è tempo, ma il tempo non è vita di per sé.
Il tempo è uno strumento nelle nostre mani. E le istruzioni per poterlo utilizzare?
Le ore di una giornata che non ci bastano mai.
Quelle situazioni spiacevoli in cui il minuto diventa infinito.
La serata perfetta che scivola via troppo in fretta.
L’attimo immediatamente dopo uno sguardo e quello immediatamente prima di un abbraccio.
Solo inizialmente si potrebbe pensare al tempo come ad un’espressione di praticità, logica e razionalità. Che superbia.
In realtà il tempo viene manipolato dal nostro cuore e dalla nostra mente, diventando espressione soggettiva e personale del nostro essere.
Non dobbiamo stupirci o spaventarci di fronte alle emozioni che ne derivano: la corsa sfrenata, l’agonia della noia, la nostalgia di un momento, la trepidante attesa. Oh, l’attesa.
L’attesa non va vissuta passivamente, ma è necessario attivarsi e trarne dei frutti.
L’attesa non è semplice anticamera di un qualcosa che si sta aspettando, ma è una camera vera e propria, colma di oggetti da scoprire.
L’attesa può atterrire ed essere ansiogena, oppure può far maturare ed essere buona consigliera; dipende tutto dal nostro atteggiamento nel viverla.
Dell’attesa più significativa della nostra vita, non abbiamo memoria.
Quel momento in cui la nostra testolina è entrata a far parte di un mondo allora estraneo, ma che ora ci appare come unico possibile; mentre il nostro corpo era ancora un tutt’uno con quello della mamma, ancora completamente dipendente da esso. Ancora bocciolo.
E finalmente eccoci: non veniamo semplicemente al mondo, ma ci doniamo al mondo. Srotoliamo incantevolmente la nostra corolla di petali alla luce di una nuova realtà.
Momento così remoto da non poter essere ricordato, ma lasciatevi dire da chi quell’attesa la vive come spettatrice che è un tempo interminabile e palpitante, sospeso tra le mille strade che quell’anima nascente potrebbe prendere.
Un’attesa così particolare, intensa, colma, decisiva, da fiato sospeso, che emoziona ogni volta come se fosse la prima.
Bisogna riporre la propria fiducia nel tempo e nelle sensazioni che ci trasmette.
Non cerchiamo di ostacolarlo, ma sfruttiamolo.
Questo fiume in piena non ci trascinerà via, se solo noi avremmo la fede di capire e accogliere la forza e gli insegnamenti che può trasmetterci.
Avvicinandoci, così, alla pacatezza e alla serenità della foce.
Il tempo dell’avvicinamento alla metà sembrerà interminabile, ma basta un po’ di fiducia.
Every flower blooms in its own time”

(di Sally Parolin)