Il separatore astrale

Cangiante e puro, risplende sulla vetta della civiltà, il prisma del fato.
Rifrange il divenire della realtà in miliardi di fasci paralleli nel vuoto,
ed è così che la verità stessa cessa la sua volontà di sensatezza.

Nel deserto verde della Nuova Terra la morale è annichilita a priori e,
come chiodi titanici, stentoree torri di ghiaccio vincono l’orizzonte.
L’umanità è un codice binario a enne dimensioni, la morte è sconfitta.

Catturati dalla rete della fabbrica dei mondi miliardi di riflessi solidi,
generati da corpi a quattro dimensioni, sono trasmessi in flussi discendenti
di sogno alle menti incantate, al pari di ombre tridimensionali.

La singolarità tecnologica, culla dell’Eden, consacra la scienza a divinità
e l’uomo, per l’ultima volta Prometeo, è dominatore di sé e del tutto.
La creatività diviene dote da delegare, in quanto nociva, alla macchina.

Ed è dall’Olimpo stesso, ibernati in una fisicità irrilevante, che
verrà reciso il cordone ombelicale con Madre Natura, cappio dannato
e zavorra opprimente; questo l’ultimo radioso trionfo!

di Simone Antonello