Io, alla tua età, saltavo i fossi per lungo.

16 dicembre 2084

Ce lo diceva sempre nonno Alex.
Oggi avrebbe 99 anni e i suoi racconti non sembrerebbero figli di un tempo diverso, ormai superato.
Attaccato al suo vecchio pc raccontava come il Paese fosse lo stesso dei racconti del suo nonno, racchiuso nel più rigido circolo vizioso, senza nessuno intenzionato a liberare l’infinito potenziale inespresso.
Mangiava carbonara, beveva birra, prendeva un caffè e poi giù di bestemmie davanti alla tv, la stessa scatola (prima cubica e poi sempre più piatta) dalle immagini sempre più nitide, intenta a rimescolare le stesse tette di Colpo Grosso e la stessa musica leggera in salsa Sanremese.
Le singole giornate come i novanta minuti in un campo da calcio, sempre schierati, sempre a far parte di una squadra da difendere per sfogarsi con gli altri.
Fascisti contro comunisti (nonostante fossero passati 50 anni!), etero contro gay, bianchi contro neri-gialli-rossi-blu-marroni, Facebook contro Twitter, Apple contro Windows, Coca contro Pepsi, Mc Donald’s contro Burger King, alternativi contro mainstream, emiliani contro romagnoli.
A mettere d’accordo tutti ci pensava sempre la Chiesa.
Il capo di bianco vestito dal finestrone là in alto, ogni domenica lanciava un monito, un altro monito e un monito ancora.
Anche se il suddetto non sempre veniva raccolto ai livelli più bassi dell’organigramma, spesso troppo impegnati a ritirare su la tunica (niente pantaloni, niente cerniera); al nonno gli piaceva farsi raccontare quelle fiabe secondo le quali, ad esempio, il preservativo sarebbe un oggetto del male.
Poteva finalmente trovare un motivo per cui comprare il giornale senza leggere di Berlusconi, Bersani, Vendola, Di Pietro, Grillo o chicchessia.
Non era d’accordo con nessuno di quei discorsi, ma vuoi mettere la soddisfazione di leggere qualcosa di diverso?
Si lamentava della crisi e della sua ipotetica soluzione, del lavoro e della disoccupazione, del traffico e delle strade deserte, della tradizione e dell’evoluzione.
Quello che aveva vissuto era sempre più bello di quello che vivevamo noi, il lavoro duro come il suo non sapevamo neanche cosa fosse, la musica che ascoltava lui era bella mentre la nostra era solo rumore fastidioso.

– Cavoli ma tuo nonno era proprio una scassa maroni! –

di Alex Alessandrini