Ridley Scott

1984
Nessuna traccia del Grande Fratello (quantomeno di quello televisivo).
Ridley Scott firma un famosissimo spot realizzato per una società che già da qualche tempo ha cominciato a frequentare i tribunali per difendere il proprio nome, sfacciatamente e sfortunatamente somigliante a quello della casa discografica di un famoso quartetto inglese.
Nicholas Negroponte, fondatore del MIT Media Lab, sale sul palco della prima edizione di TED (Technology Entertainment Design, la conferenza che si tiene ogni anno in California, il cui motto è “idee degne di essere diffuse”) per tenere un discorso sulla sua visione del futuro (http://www.ted.com/talks/nicholas_negroponte_in_1984_makes_5_predictions.html).
Parla di libri da leggere su schermi televisivi (suscitando perplessità da parte del pubblico che, ancora imbambolato dallo spot di Scott, pensa all’interfaccia verde su nero degli schermi sgranati della Nostromo…) e critica una delle novità più pubblicizzate e rivoluzionarie presentata soltanto un anno prima dalla stessa simpatica società perennemente impegolata in cause legali: il mouse (…dite che non è un’idea loro?…tranquilli: “There’s an Lawsuit For That™”).
Ne critica la scarsa naturalezza e il fatto che il puntatore è solamente uno, mentre noi già disponiamo di ben dieci puntatori naturali come le dita. Nel 1984 Nicholas ne poteva usare solo uno anziché dieci ed ammetteva che “Ok: questo, tecnicamente, non lo sappiamo fare”, ma era ben speranzoso che prima o poi li avrebbe potuti usare tutti (intanto in sala un dipendente della società amante dei tribunali prendeva appunti…).
Poi comincia a parlare di libri che “sanno di esistere” e di monologhi sostituiti da “molte voci”…
Delirio totale!
Parla di informazioni condivise che si configurano a seconda del contesto o dell’utente, e di collegamenti che rompono la regola della successione numerica (1,2,3,4,…) per diventare collegamenti relazionali (rosso con cuore, amore, peperone…).
Pubblico in silenzio e confuso, un po’ come voi che state leggendo. In realtà stava solamente parlando del web 2.0 prima ancora che esistesse il web 1.0!

2009
Il Grande Fratello (quello televisivo) è ormai alla decima edizione.
Ridley Scott sta cercando di rifare Il Gladiatore ambientandolo però nell’Inghilterra del dodicesimo secolo, e un ragazzo indiano, di nome Pranav Mistry, sale sul palco di TED per parlare di una sua visione di futuro. Ha in tasca un dispositivo con una mela sul retro, che riconosce le sue dieci dita, contiene decine di libri interattivi e naviga nel web 2.0. (http://www.ted.com/talks/pranav_mistry_the_thrilling_potential_of_sixthsense_technology.html).
Mentre la parola d’ordine oggi sembra essere “interazione” (…tutto deve diventare interattivo, gli oggetti della vita quotidiana devono cambiare, aggiornarsi…) Pranav non la pensa così: perché privarci della familiarità degli oggetti che ci circondano da anni, quando possiamo integrarli usando solamente uno schermo (proiettato), le nostre dieci dita e tutta la conoscenza fornita dal web?
Ecco così spiegata la sua idea di “sesto senso”, un sistema di proiezione connesso con gli smartphone che permette di disporre di tutta l’informazione dei dati in rete, controllandola in modo naturale con le nostre mani e proiettandola direttamente dove serve e quando serve (…e ho come l’impressione che tra qualche anno si vedrà qualche mela proiettata in giro).

2012
Del Grande Fratello non ne voglio più parlare.
Ridley Scott torna alla fantascienza e svela al mondo il suo nuovo film che dopo 33 anni si ricollega al primo Alien con gli schermi neri e verdi della Nostromo.
A febbraio a Long Beach ci sarà l’edizione 2012 di TED. Come sempre succede dal 1984, si parlerà di sistemi di visualizzazione, sistemi di interazione e sistemi di informazione. Chissà se quelli di Cupertino sono pronti a prendere appunti…

di Paolo Basso