Una morte rosa shocking

23/03/2014
Tokio, Parco di Ouan

Caro diario,
penso che oggi sia il caso di morire.
Morire, certo. Insomma tutto questo rosa shocking sopra di me, questo tram tram in giro per Ouan di kimono a stampe floreali stile tardo Edo molto pacchiano, questo sakè e gnam gnam di pic nic e cha cha di gente che celebra la bellezza della vita, la fragilità dell’esistenza, festeggiano il rosa Hello Kitty Miu Miu di questi fiori immacolati che ti ricordano che sei un mucchietto di polvere sulla cruna di un’ago in un multi-verso fuori dallo spazio tempo. Fuori dalla tua portata. Fuori dal tuo schema vita-morte-rinascita, fratellino mio. Rinasci per ri-morire di nuovo. La fregatura della religione più sopravvalutata del millennio. ”Sai, il mio karma è immacolato Saku” diceva lui, mio fratello, quello stronzetto buddista omosessuale. Ma chi rinasce se nessuno è mai nato o morto?
Qualcuno dovrebbe spiegarmela questa. Certo, non mio fratello, l’attore kabuki/kagema/sonoincrisiconilmiouccello. Un monumento di un metro e ottantadue alla tradizione Shudo confezionato, impacchettato e venduto al miglior offerente a 211.550 yen al pezzo. Un piccolo buddista cresciuto da un vecchio seguace Feng Shui in crisi di identità sessuale in pieno stile anglo-occidentale. La cosa più incasinata, nuda e morta mai vista appesa con i piedi a due centimetri e mezzo dal pavimento di una suite al 20° piano di un posto dove la missione è: “Se cerchi trovi: Bukkake, bdsm, fisting, eccetera”.
Mio fratello ha trovato qualcosa in effetti: un foulard rosa sakura e l’ultimo orgasmo della sua vita. Neanche un brutto modo per andarsene. Non potrò fare di meglio. Io quindi, stanotte, celebro la bellezza di mio fratello onnagata, celebro la fragilità delle sue ossa cervicali, festeggio il rosa shocking del foulard firmato Yohji Yamamoto che lo strozza a due dita dal pavimento mentre schizza qua e là roba bleah sul pavimento che qualcuno voleva raccogliere in un bicchiere come un qualche surrogato di un milkshake. Morire venendo, scoparsi strozzandosi. E io? Io, io, io sempre io che ora sto qua a piangere mio fratello attore, puttana d’alto borgo, ai piedi di questo yamazakura aspettando la yozakura per decidermi a morire sopra un paio di loboutin rosa. Rosa foulard Yihoji Yamamoto. Il mio karma è in rosso, l’erasmus di un’anno fa, lo Spring Break e quel tizio nero l’hanno sporcato, strappato, penetrato, pippato, il mio karma. Ma non importa, insomma. Tutto questo rosa shocking, il sakè a litri e questi mucchietti di polvere bla bla bla. Fanculo. Torno alla cruna dell’ago, fratellino.

Rosa è il cielo.
Nell’ombra lunare
lo stagno m’accoglie, ora.

Sakura Miamoto.
Morta ammazzata.

(di Marco Brion)