Cose che sapevi

Una cosa la sapevi già: i maiali sono onnivori.

Alla tua età, questa nozione da libro di scienze si traduceva in : – I maiali mangiano – potrebbero mangiare se ne avessero l’occasione – anche i bambini -.

Ogni volta che passavi davanti a quella porta sbarrata il cuore batteva più in fretta e le tue gambette acceleravano, per non sentire quei versi disgustosi che sambravano seguirti.

La cosa che viveva lì dietro era senz’altro affamata, tentava con quelle ridicole zampe macchiate di merda di aprirsi un varco tra le assi sconnesse e un po’ marce.

La paura si tingeva di rosa.

La cosa che grufolava era tenuta prigioniera e perciò cercava vendetta: se fosse riuscita ad abbattere quella porta fatta di scarti e chiodi, si sarebbe precipitata ad affondare le zanne sul tuo culetto tenero!

Strisciavi rasente ai muri, in preda al terrore che si liberasse proprio in quel momento, ma volevi anche metterti alla prova e ti costringevi a rallentare, cercavi di scorgere fuggevoli indizi della bestia, infuriata più che mai perchè sentiva il tuo odore.

Sapevi che il tuo parente stretto intratteneva rapporti persino amichevoli con il mostro zannuto, che entrava impavido nella sua tana calda e puzzolente – immaginavi pile di avanzi di cibo marcescenti, bucce di mela accanto ad ossa non meglio identificate – e lo accarezzava come fosse un qualunque cane di casa!

Solo il nonno varcava con cotanta disinvoltura quella soglia.

Il nonno era immune al richiamo famelico dell’ingorda bestia, che al suo cospetto diventava mansueta e si lasciava toccare dalle sue mani callose.

Guardavi impietrito, a distanza di sicurezza, il tuo parente stretto – nelle tue vene scorre anche il suo sangue…- dare pacche affettuose alla sua schiena madornale, mentre il mostro danzava come una grottesca ballerina sovrappeso.

Sapevi che era accaduto un fatto: poco lontano un altro mostro rosa era fuggito dalla sua prigione.

Te l’avevano raccontato e tu lo vedevi scorrazzare per la campagna, calpestando gli orti e ficcando quel grugno disgustoso in ogni buco, una macchina da guerra perennemente affamata.

Tu sapevi che correva nella tua direzione, sempre più vicino alla bestia che viveva in casa tua, correva per aiutarla a liberarsi a sua volta, per unirsi nella lotta universale dei maiali contro i bambini.

Ma il maiale fuggiasco non arrivò mai.

Evidentemente era andato a combattere la guerra su un altro fronte, lontano dalla tua casa, forse verso quei capannoni che sapevi essere allevamenti, con montagne di merda fuori e montagne di bucce di mela dentro.

La bestia di casa continuava a vivere annusando e scalpicciando, menando capocciate alla porta malmessa quando passavi di lì.

Il catenaccio dipinto di verde vibrava ma teneva, i cardini erano veramente mangiati dalla ruggine ma non cedevano.

Il parente stretto aveva fatto un buon lavoro, come sempre del resto, e ci teneva al suo mostro domestico.